Palazzo Ducale – Galleria Nazionale delle Marche

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Il Palazzo Ducale, voluto da Federico da Montefeltro, fu iniziato attorno alla metà del XV secolo, utilizzando alcuni dei migliori architetti del tempo: Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini. Per questa impresa Federico potè utilizzare le enormi fortune che la fama di grande capitano e di abile diplomatico gli procurarono presso tutti i maggiori stati italiani. A contatto con le più grandi famiglie italiane e appassionato della cultura umanistica, volle un palazzo che fosse l’immagine stessa di sè e di quella cultura: non più un castello, ma una dimora civile, comoda e in grado di accogliere una grande corte.

Per guadagnare spazio, il palazzo, posto sulla cresta della collina, fu proiettato nel vuoto sottostante, colmando artificialmente l’avvallamento con una grande piazza di cui Urbino era mancante: la piazza del Mercatale. Da questa piazza la visione è magnifica; i torricini, alti quasi sessanta metri, costituiscono una invenzione del tutto originale. La loggia più alta è quella dell’appartamento privato del Duca. La parte più antica del palazzo è costituita dal lato lungo, ornato da bifore, davanti alla chiesa gotica di San Domenico.

Il cortile d’onore, opera di Luciano Laurana, rappresenta fino in fondo gli ideali estetici del primo Rinascimento. L’armoniosità delle forme e dei ritmi, la luminosità ampia e serena, il gioco cromatico che il mattone fa con la pietra, creano un ambiente a dimensione umana.

Attraverso l’ampia scalinata, che rappresenta il primo scalone monumentale della architettura civile italiana, si accede ai piani nobili che accolgono oggi la Galleria Nazionale delle Marche, dove possiamo ammirare prevalentamente dipinti di pittori marchigiani, o realizzati per le Marche, soprattutto dal ’300 al ’600. Alcuni sono dei capolavori unici: come la Flagellazione di Piero della Francesca, la Madonna di Senigallia, sempre di Piero della Francesca, il ritratto di Federico da Montefeltro, che Pedro Berruguete esegui’ intorno al 1474, il quale ritrae appunto il Duca in tutta la sua gloria accompagnato dal piccolo erede Guidubaldo, la Muta di Raffaello, la Città Ideale di cui non si conosce l’autore (si ipotizza che sia di Piero della Francesca o di Luciano Laurana), la Profanazione dell’Ostia di Paolo Uccello.

Piccolissimo, ma assolutamente straordinario, è lo Studiolo di Federico. Esso è rivestito di tarsie lignee che, con perfetta prospettiva, fingono armadi semiaperti pieni di libri, cassetti, vari oggetti lasciati quà e là in apparente disordine: una scatola di dolci, della frutta, un liuto con una corda spezzata. In alto, sotto un meraviglioso soffitto a cassettoni sul quale compaiono le insegne di Federico, si affacciano i cosiddetti Uomini Illustri: filosofi, poeti, scienziati e teologi, dell’antichità e dei tempi moderni, del mondo cristiano, secondo una visione che concepiva tutto il sapere come un insieme armonico e concorde.

Sito web
www.gallerianazionalemarche.it